Napoli - la fermata della metropolitana Scampia-Piscinola ha un ingresso particolare perché si passa in una specie di sottopassaggio, mi ricorda l’ingresso delle miniere che ho fotografato in Bolivia.
La stazione è un importante snodo che collega la periferia nord di Napoli con il resto della città, mi piace pensare che i primi visitatori della mia mostra siano proprio i lavoratori e gli studenti che ogni giorno iniziano e finiscono le proprie giornate passando per quel tratto di strada.
Napoli, 15 Novembre 2015
LE MINIERE DEL DIAVOLO
Sono stato in una miniera della città di Potosì in Bolivia, dopo dieci minuti non sarei mai voluto essere lì.
All’entrata ancora i segni dei sacrifici dei lama e del loro sangue che viene versato sul varco di ingresso.
La miniera è ancora attiva e svolge un ruolo importante per l’economia cittadina: i tempi dell’argento e dell’oro sono finiti ora si estrae principalmente stagno, piombo e zinco.
Nei primi livelli si scende sotto terra di almeno 30-40 metri per cunicoli stretti e bui dove l’aria è irrespirabile e polverosa, la temperatura diventa sempre più calda e si ha veramente la sensazione di scendere verso l’inferno. Forse è così.
Ogni miniera ha una statua del diavolo che i minatori chiamano Tio, cioè zio. Si è scesi nelle tenebre dove il diavolo è l’unico proprietario dei minerali che vengono estratti, quindi la sua statua è oggetto di preghiere e antichi riti.
I minatori lavorano 10-12 ore al giorno in condizioni massacranti, senza pause, senza acqua e senza cibo.
L’unico sollievo è rappresentato dalle foglie di coca, masticate da millenni dalle popolazioni andine, per darsi forza e per alleviare i sensi della fame.
Nessun ausilio tecnologico moderno, si estrae esattamente come si faceva 450 anni fa: i carrelli vengono spinti a mano, pesanti sacchi vengono portati da un livello ad un altro con cigolanti carrucole, ci si fa strada a dinamite e piccone.
L’aspettativa di vita dei minatori è di circa 40 anni a causa del duro lavoro e delle sostanze che si depositano nei polmoni.
Una volta fuori il sole ti acceca, gli occhi si sono abituati alle tenebre e ci metti un po’ a riaprirli. Mi sono reso conto di essere ricoperto da uno spesso strato di polvere, polvere che sono riuscito a levarmi di dosso ma non dalla testa.
Potosì, Bolivia 7 Agosto 2015
Se fossi foto
Urban facts #0
Hanno parlato di Urban Facts:
16/11/2015 - NSS magazine
19/11/2015 - Il Brigante
23/11/2015 - La Repubblica
15/12/2015 - Sky Arte